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15 luglio 2011 5 15 /07 /luglio /2011 18:56

Le vacanze erano quasi arrivate alla fine e, con qualche accorgimento era riuscita ad evitare Gustavo. Quella mattina si era allontanata un po’ troppo, ma era tutto così bello!

Tobi correva nella boscaglia dietro alle lepri e la terra era molle dopo il temporale della notte.

Aveva visto Gustavo troppo tardi e si era fermata, spaventata.

«Ma che fai lì, scema? Non hai visto che Tobi è caduto nel fiume e sta annegando?»

Lilia aveva sentito l’angoscia stringerla come una morsa… Tobi…

«Dai, corri!» aveva incalzato il ragazzo.

Lilia si era messa a correre verso la sponda con la sua andatura claudicante; non poteva avvicinarsi al fiume, la mamma glielo aveva sempre proibito.

Gustavo era già sull’argine e la chiamava a gran voce.

Lilia scese verso l’acqua scivolando: la riva era scoscesa e difficile per lei.

«Guarda, il tuo cane è là che annega!» Lilia aveva guardato verso il punto che le aveva indicato, ma vedeva solo una massa scura. I suoi occhi non erano buoni, però sentì i guaiti disperati di Tobi.

«Ecco, lo senti? Ormai non ce la fa più!» Gustavo le indicava sempre quel punto con insistenza «Ma che razza di padrona sei? Il tuo cane annega e tu non fai niente?»

Lilia era terrorizzata, le lacrime le scendevano lungo le guance e fissava quella macchia scura indistinta in mezzo al fiume. La voce di Gustavo era solo più un sottofondo, non ascoltava più le sue parole. Solo Tobi era nei suoi pensieri. Il suo amico, l’unico che le leccava la faccia e non aveva paura della sua faccia.

I piedi si erano mossi verso l’acqua, sapeva che non doveva essere lì, ma c’era Tobi… L’acqua le aveva bagnato il vestito, ma continuava ad avanzare zoppicando tra le pietre del fondo.

La corrente era forte e aveva paura, ma un guaito soffocato del cane l’aveva spinta ad affrettarsi. Doveva fare in fretta, doveva correre… ma come fare a correre in quell’acqua così forte? Non sapeva nuotare, poteva solo correre.

Non riusciva più a mettere il piede avanti, era come se una mano potente glielo strappasse per trascinarlo via. Respirava a fatica, ansimava tra la schiuma della corrente.

Vedeva Tobi, forse non era lontano, forse poteva salvarlo.

Forse ce l’avrebbe fatta ad arrivare in tempo anche con quelle sue gambe disgraziate che non riuscivano ad andare più veloci.

Dalla riva Gustavo rideva.

«Guarda la scema!»

I vestiti inzuppati impacciavano Lilia e il vecchio grembiule rattoppato si avvinghiava alle sue gambe.

Sulla riva Gustavo non era più solo: uno dei suoi amici cattivi si era avvicinato e il povero Tobi correva come impazzito lungo il fiume. Abbaiava e ululava, cercando di avvicinarsi all’acqua troppo forte per lui.

Lilia si sentiva stanca, non ce la faceva più a contrastare la corrente. Gustavo la stava prendendo in giro: aveva solo trattenuto Tobi per farle uno scherzo.  Era stanca e sentiva freddo ma il suo ultimo pensiero fu di felicità: Tobi era salvo.

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